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12.07.2019

Viaggiate in modo tradizionale o vi affidate a tutte le opportunità tecnologiche?

Il viaggio per me inizia dalla passione, dalla voglia di lasciare un porto sicuro, inseguendo un particolare che mi colpisce: la natura, la montagna e il cammino. Come vedere l'alba da solo sulla cima del Monte Fuji ancora innevato, o il Cammino di Santiago in solitaria fino al mare di Finisterre. Di certo non vado in agenzia viaggi a comprare pacchetti prefabbricati. Raramente prima di partire prenoto gli hotel per la notte, lascio al "caso", a quello che la giornata mi propone. Il mio zaino è il mio compagno di viaggio. Andando a piedi si riscopre la bellezza del paesaggio, dello scorrere lento del tempo, dei luoghi che si trovano in mezzo ad un tragitto che molto più velocemente si potrebbe fare in macchina o in autobus. Si possono incontrare nuove persone e condividere con queste un pezzo di strada: come l'incontro con un creolo, abitante dell'Isola di Reunion, che mi ha ospitato nella sua casa. Preparare un viaggio a piedi, un Cammino, impone uno studio molto accurato del percorso da affrontare. Internet offre moltissimi spunti e materiali da cui partire per affrontare una ricerca accurata, poi la cosa che preferisco è chiedere alle persone che già hanno percorso quella strada, creando così anche scambi di idee o consigli, che il monitor non potrebbe darmi, come mi è successo prima di partire per il pellegrinaggio in Israele, a piedi fino a Gerusalemme.

Il viaggio quindi inizia anche mesi prima della vera partenza, quando si accende la scintilla, la voglia di partire. La tensione poi inizia a farsi sentire quando si è comprato online il biglietto aereo per la destinazione scelta e stampate le carte d'imbarco. Il culmine la sera prima della partenza: mi basteranno i vestiti nello zaino? Certo, poi li lavo!

Appena sbarcato inizia la vera avventura e il viaggio prende forma. La realtà che si pone davanti e i cambiamenti che avvengono durante il cammino non devono essere visti come ostacolo, ma sicuramente come opportunità che offriranno nuove prospettive.

Lascio che il viaggio si costruisca strada facendo, ma sempre tenendo a mente la meta che per me è ciò che lo caratterizza. Diventa così una esperienza, un modo non solo di "staccare la spina", ma la possibilità di crescere ed ampliare il proprio bagaglio culturale.

È difficile definirmi un viaggiatore tradizionale perché utilizzo la tecnologia, i comfort e i vantaggi che questa epoca offre, ma seguendo la tradizione, sempre in cammino: a piedi, zaino in spalla.

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